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Privilegium Othonis.

Atto emanato da Ottone I di Sassonia, detto il Grande, nel 962. In esso il sovrano del Sacro Romano Impero ribadiva la validità delle donazioni che erano state fatte nei secoli passati alla Chiesa da parte dei re Pipino e Carlo Magno e che avevano costituito il primo nucleo del potere temporale dei papi. Questo atto rappresentava la sanzione giuridica della situazione di fatto allora esistente, che vedeva la Chiesa di Roma (alla cui testa era spesso un papa di origine germanica) completamente subordinata all'autorità dell'Impero. Al papa veniva fatto obbligo, prima della cerimonia della consacrazione al soglio, di prestare giuramento di fedeltà all'Impero. Nella pratica ciò significava il diritto dell'imperatore di scegliere i papi fra persone che fossero di sua fiducia. Il controllo dell'Impero sul Papato era assicurato inoltre dall'invio di missi dominici che garantissero, a nome dell'imperatore, il governo effettivo della città di Roma, mentre al papa venivano lasciate incombenze di carattere amministrativo e giudiziario. Appoggiandosi al potere imperiale determinato da quest'atto fu in seguito possibile al Papato sconfiggere definitivamente l'aristocrazia romana ed eliminarne completamente l'influenza.